Psicoterapia

La psicoterapia a differenza dei farmaci non si somministra.
E’ la relazione che si instaura tra terapeuta e paziente che è terapeutica.

Questa differenza è fondamentale in quanto il farmaco è sempre uguale qualunque sia il paziente che lo assume, mentre la psicoterapia richiede il personale coinvolgimento del paziente e del terapeuta.
Narrando di sé il paziente potrà rivedere insieme al terapeuta i propri vissuti dolorosi, senza che questi vengano per forza definiti all’interno di categorie diagnostiche.

Questo non significa che i farmaci non possano in alcune forme di disagio psichico essere utilizzati, né che le diagnosi non siano utili. Una forma di terapia, infatti, non esclude l’altra. Certo è che difficilmente la terapia farmacologica può da sola risolvere difficoltà di natura psichica e relazionale.

ADULTI

La terapia individuale o di gruppo aiuta a comprendere la natura della propria sofferenza.
I motivi che portano una persona adulta a rivolgersi a uno psicoterapeuta possono essere dettati da un momento di difficoltà in relazione sia al mondo esterno (studio, lavoro, vita di coppia, relazioni familiari, sessualità…), che al proprio mondo interno (quindi al non stare più bene con sé stessi).

Ci sono disturbi che interferiscono con la qualità della propria vita, come l’insonnia, le fobie, gli attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione, cefalee, che possono nascondere difficoltà di natura psicologica e che, se condivisi con il terapeuta, possono evolversi ed essere connotati di un senso in relazione alla personale storia di chi li patisce.

ADOLESCENTI

Gli adolescenti per crescere e prepararsi al proprio futuro devono poter disinvestire nella relazione con i genitori per trovare altri punti di riferimento tra gli adulti e i coetanei.
Le modalità con cui i ragazzi si relazionano al gruppo di appartenenza o alle istituzioni può essere problematico, così come problematica può divenire la relazione con la famiglia. Il rischio è che agiscano impulsivamente contro il “nemico” (il genitore, la scuola o l’istituzione) o contro sé stessi.

Il terapeuta può diventare un interlocutore che sostiene e aiuta i ragazzi a trovare il proprio autentico modo di stare al mondo. Non essendo il genitore da cui il ragazzo si deve distanziare, condivide con gli adolescenti i loro travaglio e si offre come “un porto sicuro” in un momento della vita che può assumere toni burrascosi.

BAMBINI

I bambini da quando nascono rivoluzionano la vita dei loro genitori; a volte mettono in crisi la relazione di coppia perché nascono disaccordi su come crescerli; a volte semplicemente sono diversi da come i genitori si aspettavano.

In ogni caso richiedono amore, attenzione e comprensione, e non sempre è facile capire di che cosa hanno bisogno quando ancora non sanno esprimersi o quando manifestano il proprio disagio con modalità che fatichiamo a comprendere.
Il terapeuta, in questi casi, ascolta prima i genitori e poi, solo se è necessario, incontra i bambini. Se i genitori accolgono volentieri l’incontro con il terapeuta, anche i loro bimbi si incuriosiscono e se si sentono accolti.

I bambini raccontano di sé attraverso il gioco, il disegno e a volte le parole. Si relazionano con il terapeuta giocando con lui. Il gioco tra bimbi e terapeuta diventa la terapia o un momento privilegiato di condivisione da cui possono emergere le problematiche relazionali all’interno del nucleo famigliare. I genitori sono sempre coinvolti nelle terapie dei loro figli.